lunedì 27 ottobre 2008

Ballo in Fa Diesis Minore

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell’oscura morte al passo andare.

Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.


Angelo Branduardi

mercoledì 22 ottobre 2008

Il mio Paese

"... un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti"

Cesare Pavese

domenica 19 ottobre 2008

Malafede

"Da tempo, nella fisica sub-atomica, il "principio di indeterminazione" di Heisenberg postula l'esistenza di relazioni causali "probabilistiche" e non più "certe" riguardo alle microparticelle. Il paradigma "Una sola eccesione smentisce la regola" non ha più corso.
[...]
Quando parlo di un rapporto deterministico tra fenomeni culturali, intendo semplicemente che variabili simili tendono, in condizioni simili, a dar luogo a sequenze simili.
Poiché credo che il rapporto fra processi materiali e orientamenti morali sia costituito da probabilità e somiglianze, piuttosto che da certezze e identità, ritengo senz'altro sia che la storia sia determinata, sia che gli esseri umani hanno la capacità di effettuare scelte morali e di agire liberamente.
[...]
A mio giudizio, libero arbitrio e scelta morale non hanno avuto praticamente alcun effetto significativo sulle linee di sviluppo dei sistemi sociali."
Se questo è vero bisogna porsi "la seguente domanda: perché sinora la vita sociale si è espressa in forme prevalentemente prevedibili anziché imprevedibili? Sono convinto che uno dei più grandi ostacoli esistenti all'esercizio della libera scelta per realizzare gli obiettivi improbabili della pace, dell'uguaglianza e del benessere è la mancata conoscenza dei processi evolutivi materiali che spiegano il prevalere delle guerre, dell'ineguaglianza, della povertà.
[...]
Per cambiare in meglio la vita sociale, bisogna cominciare a capire perché solitamente cambia in peggio. Ecco perché considero l'ignoranza dei fattori causali dell'evoluzione culturale e il misconoscimento dei limiti dell'agire intenzionale come forme di malafede."


"Cannibals and kings. The origins of culture" Marvin Harris 1977.
Traduzione di Mario Baccianini per Feltrinelli "Cannibali e re. Le origini delle culture" 2007.
Introduzione pagg 12, 13.

sabato 18 ottobre 2008

Consigliera pret-à-porter


Non mi monto la testa ma mi godo il pensiero.
Posso?!

In cerca del mio mattino

Ci sarà davvero un "mattino"?
C'è una cosa come il "Giorno"?
Potrei vederlo dai monti
Se fossi alta come loro?

Ha piedi simili a Ninfee?
Ha penne come un Uccello?
Proviene da famose regioni
Di cui non ho mai udito?

Oh qualche Studioso! Oh qualche Marinaio!
Oh qualche Sapiente dai cieli!
Vi prego di dire alla piccola Pellegrina
Dove si trova il luogo chiamato "mattino"!


E. Dickinson

martedì 14 ottobre 2008

Minerva


Vergine armata. Civetta prudente.
Alloro che inorgoglisce il suo popolo.
Giustizia divina.
Illumina il mio cammino
con la tua immensa saggezza.

domenica 12 ottobre 2008

37 anni

Una figlia di 13, uno di 9.
Un tumore alle ovaie.

BuonaNotte.

sabato 11 ottobre 2008

Disquisizione sull'amore

Emmanuel:
Una domanda a bruciapelo: cosa significa amare?
Minerva:
Comprendere l'altro, ma non nel senso di capire.
Emmanuel:
Si assolutamente.
Amare quindi è completarsi o significa giunti all'unità di sé stessi andare ancora oltre e trovare l'altro?
Minerva:
È come per il simbolo Yin - Yang: essere un tutt'uno pur rimanendo se stessi ma essere se stessi con l'altro che è oramai parte di noi, quindi inscindibili.
Mi sono spiegata?
Emmanuel:
Si. Molto bene direi. Ma io ritengo che il singolo debba stabilire prima in sé stesso l'equilibrio Yin e Yang e poi amare.
Minerva:
Guarda, secondo me l'esempio di Yin e Yang è già completo per un motivo... per essere nero o bianco bisogna già aver capito bene se stessi... altrimenti si sarebbe un colore indefinito.
Emmanuel:
Ma rimane sempre un dilemma: amore come completamento o scoperta?!
Io propendo per la seconda. Altrimenti si rischia di scadere in una dipendenza poco piacevole.
Minerva:
Ovvio che la scoperta è già di per sé un completamento; perché quando si va ad aggiungere un pezzo si crea una cosa nuova, che comprende anche l'altro. Quindi la nuova completezza è la scoperta dell'altro.
Emmanuel:
Quindi l'amore si basa sulle similarità e le differenze... è bene ricordare queste ultime... molti commettono l'errore di amare solo le "parti comuni".
Minerva:
Diciamo che sono domande sofistiche...
Emmanuel:
Beh è importante, tanto più in un’era nella quale viviamo la totale ineducazione al sentimento. Tanto che appena ci troviamo invischiati in questo siamo peggio di turisti giapponesi al foro romano: fotografiamo ogni cosa, sorridiamo come cretini, ma senza cartina non sappiamo minimamente come orientarci.
Minerva:
Rispondendo all’ultima domanda: non si può amare solo le parti comuni. Semplicemente a volte si accettano cose che ci piacciono meno perché quelle che ci piacciono sono di più: quando la proporzione si inverte è normale che la cosa crolli. Qui è fondamentale la scoperta per trovare ogni giorno qualcosa di buono. Ma ci vuole la buona volontà.
Emmanuel:
Si, esatto.
Emmanuel:
Come fare invece con chi l'amore non lo conosce?
Minerva:
Come si impara a camminare da piccoli?
Emmanuel:
Ok ma: come far camminare un bambino traumatizzato dai primi passi? Come poter guadagnare la sua fiducia?
Minerva:
Se non la trova lui è difficile. Il cambiamento può essere facilitato dall'ambiente ma può trovare radici solo in noi stessi.
Ci vuole pazienza, tanta pazienza...



Discussione delle 13 con il mio amico Emmanuel su MSN.
A volte si inizia a parlare del più e del meno e si finisce per parlare "dell'immortalità dell'anima"... come direbbe un mio maestro.

Cultura e Natura

"Pressioni demografiche hanno predisposto i nostri antenati dell'età della pietra a intensificare la produzione in risposta al ridursi del numero di animali da caccia grossa provocato da mutamenti climatici alla fine dell'ultima era glaciale. L'intensificazione del modo di produzione basato sulla caccia e la raccolta ha aperto a sua volta la strada verso l'agricoltura, che ha quindi intensificato la competizione fra i gruppi, la guerra e lo sviluppo dello stato.1
[...]
Quello che oggi ci sembra un progresso è, in effetti, in gran parte una riconquista di livelli di vita largamente diffusi in epoche preistoriche.
[...]
La grande cornucopia industriale non solo ha inquinato la terra con rifiutri e veleni; ha pure versato fuori beni e servizi scadenti, costosi e difettosi.2
[...]
Al di là delle cause immediate, l'intensificazione è sempre controproducente.3"


"Cannibals and kings. The origins of culture" Marvin Harris 1977
Traduzione di Mario Baccianini per Feltrinelli "Cannibali e re. Le origini delle culture" 2007:
1 Cap. I "Cultura e natura" pag18
2 Introduzione pag 10
3
Cap. I "Cultura e natura" pag17

venerdì 10 ottobre 2008

Il mondo visto dallo spazio

Visto da qui non sembra neanche poi quella gran cosa
a volte non direi nemmeno che è la mia casa
impercettibile si muove e si distingue appena
non vedo come possa imprigionare tanta vita

qui non c'è rumore, solo pace non c'è distrazione
e vedo allontanarsi sempre più la tentazione
di continuare a credere che possa ritornare
passando in un secondo dal mio cielo al vostro mare

tu non rispondere non mi fai credere più a niente
tu che hai pensato davvero di esistere portami
giù se ci riesci riprenderà a vivere come vuoi tu
che hai potuto soltanto resistere

il mondo visto dallo spazio è solo un'illusione
un punto poco fermo in preda alla sua rotazione
è il sogno di un illuso che non si è più risvegliato
e noi fantasmi non crediamo che al nostro passato

tu non puoi credere che io mi fermi qui, soltanto
tu che mantieni distanze e quei limiti (così vicini)
qui non rimane più niente da chiedere, non sento
più quelle frasi che devo risolvere

la vita vista dallo spazio perde ogni ragione
è il pianto di un bambino solo senza protezione
è scudo alzato a riparare i colpi del destino
ma scenderà più giù per controllare da vicino


- Delta V -

A Bontempelli...

Realismo Magico

"Unico strumento del nostro lavoro sarà l'immaginazione.

Occorre riimparare l'arte di costruire, per inventare i miti freschi onde possa scaturire la nuova atmosfera di cui abbiamo bisogno per respirare. [...] Il mondo immaginario si verserà in perpetuo a fecondare e arricchire il mondo reale. Perché non per niente l'arte del Novecento avrà fatto lo sforzo di ricostruire e mettere in fase un mondo reale esterno all'uomo. Lo scopo è di imparare a dominarlo, fino a poterne sconvolgere a piacere le leggi. Ora, il dominio dell'uomo sulla natura è la magia. [...]

(Immaginazione, fantasia: ma niente di simile al favolismo delle fate: niente milleunanotte. Piuttosto che di fiaba, abbiamo sete di avventura. La vita più quotidiana e normale, vogliamo vederla come un avventuroso miracolo: rischio continuo, e continuo sforzo di eroismi o di trappolerie per scamparne. L'esercizio stesso dell'arte diviene un rischio d'ogni momento. Non esser mai certi dell'effetto. Temere sempre che non si tratti d'ispirazione ma di trucco. Tanti saluti ai bei comodi del realismo, alle truffe dell'impressionismo. [...] Ecco la regola di vita e d'arte per cent'anni ancora: avventurarsi di minuto in minuto, fino al momento in cui o si è assunti in cielo o si precipita.)"


Bontempelli: Opere scelte. Milano 1978, pp.750-751