"Da tempo, nella fisica sub-atomica, il "principio di indeterminazione" di Heisenberg postula l'esistenza di relazioni causali "probabilistiche" e non più "certe" riguardo alle microparticelle. Il paradigma "Una sola eccesione smentisce la regola" non ha più corso.
[...]
Quando parlo di un rapporto deterministico tra fenomeni culturali, intendo semplicemente che variabili simili tendono, in condizioni simili, a dar luogo a sequenze simili.
Poiché credo che il rapporto fra processi materiali e orientamenti morali sia costituito da probabilità e somiglianze, piuttosto che da certezze e identità, ritengo senz'altro sia che la storia sia determinata, sia che gli esseri umani hanno la capacità di effettuare scelte morali e di agire liberamente.
[...]
A mio giudizio, libero arbitrio e scelta morale non hanno avuto praticamente alcun effetto significativo sulle linee di sviluppo dei sistemi sociali."
Se questo è vero bisogna porsi "la seguente domanda: perché sinora la vita sociale si è espressa in forme prevalentemente prevedibili anziché imprevedibili? Sono convinto che uno dei più grandi ostacoli esistenti all'esercizio della libera scelta per realizzare gli obiettivi improbabili della pace, dell'uguaglianza e del benessere è la mancata conoscenza dei processi evolutivi materiali che spiegano il prevalere delle guerre, dell'ineguaglianza, della povertà.
[...]
Per cambiare in meglio la vita sociale, bisogna cominciare a capire perché solitamente cambia in peggio. Ecco perché considero l'ignoranza dei fattori causali dell'evoluzione culturale e il misconoscimento dei limiti dell'agire intenzionale come forme di malafede."
"Cannibals and kings. The origins of culture" Marvin Harris 1977.
Traduzione di Mario Baccianini per Feltrinelli "Cannibali e re. Le origini delle culture" 2007.
Introduzione pagg 12, 13.
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