mercoledì 30 dicembre 2009
Insegnamento orientale
"Uccidi i tuoi genitori, uccidi il tuo maestro e infine uccidi te stesso!"
Etichette:
uomini
domenica 20 dicembre 2009
La Fiction "Un caso di Coscienza 4"
Ho resistito meno di due minuti a guardarla.
Sebastiano Somma farebbe meglio a cambiare mestiere, idem la signora che ho visto poco dopo.
Non parliamo, poi, del doppiaggio e della regia... no comment.
Mi spiace dirlo ma si tratta di una fiction vergognosa... artisticamente ai livelli di un video amatoriale.
Che tristezza.
Sebastiano Somma farebbe meglio a cambiare mestiere, idem la signora che ho visto poco dopo.
Non parliamo, poi, del doppiaggio e della regia... no comment.
Mi spiace dirlo ma si tratta di una fiction vergognosa... artisticamente ai livelli di un video amatoriale.
Che tristezza.
Etichette:
svago
giovedì 17 dicembre 2009
martedì 8 dicembre 2009
domenica 29 novembre 2009
Per pensare un po'
Un'amica carissima mi ha fatto un test sulle vite precedenti che ha dato risultati davvero sorprendenti... ecco cosa ne è uscito.
Eri una Geisha del Giappone del XVIII sec., cultrice del bello ed artista, dedicavi la tua vita ad intrattenere i nobili e gli aristocratici. Amavi il ballo, la musica, la pittura ed ogni forma d'arte sapendo ammaliare tutti i tuoi spettatori con la tua bellezza, ma senza mai corrompere la tua castità e purezza, rimanendo ferma ai tuoi più sani principi.
Cosa ti è rimasto della tua vita precedente? Un grande amore per l'arte e una forte moralità, a volte un po' troppo tradizionalista. Sei educato/a ed ami prendere tutto con molta calma, facendo ogni cosa al meglio e con precisione. Sei una persona di sani principi, ma a volte cadi nella paura di ciò che gli altri possono pensare di te e tendi ad esagerare per piacere, coprendo il tuo vero "io" di maschere.
Un grazie gigante a Ialeene!
Eri una Geisha del Giappone del XVIII sec., cultrice del bello ed artista, dedicavi la tua vita ad intrattenere i nobili e gli aristocratici. Amavi il ballo, la musica, la pittura ed ogni forma d'arte sapendo ammaliare tutti i tuoi spettatori con la tua bellezza, ma senza mai corrompere la tua castità e purezza, rimanendo ferma ai tuoi più sani principi.
Cosa ti è rimasto della tua vita precedente? Un grande amore per l'arte e una forte moralità, a volte un po' troppo tradizionalista. Sei educato/a ed ami prendere tutto con molta calma, facendo ogni cosa al meglio e con precisione. Sei una persona di sani principi, ma a volte cadi nella paura di ciò che gli altri possono pensare di te e tendi ad esagerare per piacere, coprendo il tuo vero "io" di maschere.
Un grazie gigante a Ialeene!
Etichette:
io
sabato 28 novembre 2009
Prendo in prestito
(Sono una piccola ape furibonda.)
Mi piace cambiare di colore.
Mi piace cambiare di misura.
Alda Merini
Mi piace cambiare di colore.
Mi piace cambiare di misura.
Alda Merini
Etichette:
io
giovedì 22 ottobre 2009
L'invito della Follia
Tanto tempo fa, la Follia, decise di invitare tutti i sentimenti, le qualità ed i difetti, per un'insolita riunione conviviale.
Raccoltosi tutti intorno ad un caffè, per animare l'incontro, la Follia propose:-" Si gioca a nascondino?"
-"Cos'è?" - domandò la Curiosità
-"È un gioco!" - rispose la Follia - " Io conto fino a 1000 e voi vi nascondete , quando avrò terminato di contare , verrò a cercarvi ed il primo che troverò sarà il prossimo a contare!"
Accettarono tutti!
Ad eccezione della Pigrizia e della Paura, che rimasero a guardare in disparte, della Verità che non volle nascondersi , della Superbia che disse che era un gioco sciocco e della Codardia che preferì non rischiare
1... 2... 3... la Follia cominciò a contare
-la Fretta, si nascose per prima, dove le capitò!
-la Timidezza, esitante come sempre, si nascose in un gruppo di alberi.
-la Gioia!! corse festosamente per il giardino, non curante di un vero e proprio nascondiglio!
-l'Invidia si unì all'Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
-la Tristezza cominciò a piangere, perchè non trovava un angolo adatto per occultarsi.
La Follia proseguiva la conta, mentre i suoi amici si nascondevano
-la Disperazione era sconfortata vedendo che si era già a 999...
-"MILLE!" - gridò la Follia - "Adesso verrò a cercarvi!"
La prima ad essere trovata fu la Curiosità: non aveva potuto impedirsi di uscire, per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte la Follia vide l'Insicurezza sopra un recinto, che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio... e così, di seguito, furono scoperte la Gioia, la Tristezza, il Desiderio, l'Invidia, la Timidezza e via via tutti gli altri.
Quando tutti finalmente si riunirono, la Curiosità domandò:
-"Dov'è l'Amore?"
Nessuno l'aveva visto, così il gioco, non poteva considerarsi concluso..
la Follia cominciò a cercarlo...provò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce... ma dell'Amore nessuna traccia!
Setacciando ogni luogo, la Follia si accorse di un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare fra i rami spinosi quando ad un tratto, sentì un grido!
Era l'Amore che urlava dal dolore, perchè una spina gli aveva perforato un occhio!
La Follia non sapeva cosa fare...
Si scusò per avere organizzato un gioco così stupido! Implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile, arrivò al punto di promettergli che... l'avrebbe assistito per sempre.
L'Amore , rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così da allora...
l'Amore è cieco e la Follia... lo accompagna, sempre.
Davide Saliva
Raccoltosi tutti intorno ad un caffè, per animare l'incontro, la Follia propose:-" Si gioca a nascondino?"
-"Cos'è?" - domandò la Curiosità
-"È un gioco!" - rispose la Follia - " Io conto fino a 1000 e voi vi nascondete , quando avrò terminato di contare , verrò a cercarvi ed il primo che troverò sarà il prossimo a contare!"
Accettarono tutti!
Ad eccezione della Pigrizia e della Paura, che rimasero a guardare in disparte, della Verità che non volle nascondersi , della Superbia che disse che era un gioco sciocco e della Codardia che preferì non rischiare
1... 2... 3... la Follia cominciò a contare
-la Fretta, si nascose per prima, dove le capitò!
-la Timidezza, esitante come sempre, si nascose in un gruppo di alberi.
-la Gioia!! corse festosamente per il giardino, non curante di un vero e proprio nascondiglio!
-l'Invidia si unì all'Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
-la Tristezza cominciò a piangere, perchè non trovava un angolo adatto per occultarsi.
La Follia proseguiva la conta, mentre i suoi amici si nascondevano
-la Disperazione era sconfortata vedendo che si era già a 999...
-"MILLE!" - gridò la Follia - "Adesso verrò a cercarvi!"
La prima ad essere trovata fu la Curiosità: non aveva potuto impedirsi di uscire, per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte la Follia vide l'Insicurezza sopra un recinto, che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio... e così, di seguito, furono scoperte la Gioia, la Tristezza, il Desiderio, l'Invidia, la Timidezza e via via tutti gli altri.
Quando tutti finalmente si riunirono, la Curiosità domandò:
-"Dov'è l'Amore?"
Nessuno l'aveva visto, così il gioco, non poteva considerarsi concluso..
la Follia cominciò a cercarlo...provò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce... ma dell'Amore nessuna traccia!
Setacciando ogni luogo, la Follia si accorse di un roseto, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare fra i rami spinosi quando ad un tratto, sentì un grido!
Era l'Amore che urlava dal dolore, perchè una spina gli aveva perforato un occhio!
La Follia non sapeva cosa fare...
Si scusò per avere organizzato un gioco così stupido! Implorò l'Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile, arrivò al punto di promettergli che... l'avrebbe assistito per sempre.
L'Amore , rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
Così da allora...
l'Amore è cieco e la Follia... lo accompagna, sempre.
Davide Saliva
Etichette:
amore,
teatro e poesia,
uomini
martedì 13 ottobre 2009
Ogni tanto dovremmo ricordarci che...
... la Terra non è dell'uomo, ma l'uomo è della Terra.
Etichette:
uomini
sabato 3 ottobre 2009
Finalmente
... qualcuno da vita a qualcosa di nuovo, intelligente e Milano diventa un luogo dove in questo momento vorrei essere per partecipare anche io. Non potendo vi stostengo da qui!
mercoledì 9 settembre 2009
giovedì 20 agosto 2009
sabato 11 luglio 2009
giovedì 2 luglio 2009
mercoledì 1 luglio 2009
Oracolo di Delfi
"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei"
Pensa.
lunedì 25 maggio 2009
Lacrime
Silent
Not a sound from the pavement
Has the moon lost her memory?
She is smiling alone
In the lamplight
The withered leaves collect at my feet
And the wind begins to moan
Memory
All alone in the moonlight
I can smile happy your days
I can dream of the old days
Life was beautiful then
I remember the time I knew what happiness was
Let the memory live again
Every street lamp seems to beat
A fatalistic warning
Someone mutters and the street lamp gutters
And soon it will be morning
Daylight
I must wait for the sunrise
I must think of a new life
And I mustn't give in
When the dawn comes
Tonight will be a memory too
And a new day will begin
Burnt out ends of smoky days
The still cold smell of morning
A street lamp dies, another night is over
Another day is dawning
Touch me
It is so easy to leave me
All alone with the memory
Of my days in the sun
If you touch me
You'll understand what happiness is
Look, a new day has begun
domenica 24 maggio 2009
65-95
purtroppo non sono le mie misure... o almeno non quelle delle mie curve... se non della pressione -_-
giovedì 23 aprile 2009
domenica 19 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
Lest any doubt that we are glad that they were born Today
Whose having lived is held by us in noble holiday
Without the date, like Consciousness or Immortality -
Affinché non si dubiti che noi siamo lieti per chi nacque Oggi
Di chi ha vissuto sia da noi reputata una nobile festa
Senza data, come la Consapevolezza o l'Immortalità -
E. Dickinson
Grazie a tutti :)
Whose having lived is held by us in noble holiday
Without the date, like Consciousness or Immortality -
Affinché non si dubiti che noi siamo lieti per chi nacque Oggi
Di chi ha vissuto sia da noi reputata una nobile festa
Senza data, come la Consapevolezza o l'Immortalità -
E. Dickinson
Grazie a tutti :)
Etichette:
eventi,
io,
teatro e poesia
giovedì 9 aprile 2009
La gente muore...
e il nostro stato spende € 400.000.000 per fare separatamente elezioni e referendum... preferivo Maria Antonietta che mangiava brioches a colazione mentre i suoi sudditi morivano di fame... almeno lei non cercava di farla passare come una azione giusta e a favore del cittadino.
martedì 7 aprile 2009
sabato 28 marzo 2009
La legge dell'aridità...
... riduciamo le ore di storia dell'arte...
così avremo meno umanità e meno civiltà.
E poi non ci lamentiamo che la società sta diventando sempre peggio...
così avremo meno umanità e meno civiltà.
E poi non ci lamentiamo che la società sta diventando sempre peggio...
Etichette:
uomini
domenica 22 marzo 2009
Bambulè
C’era un ragazzo che amava come me incontrare tanta gente divertente.
Un giorno in una festa incontrò una ragazza bella come non ne aveva viste mai, mai.
"Ciao, come ti chiami?" disse un poco imbarazzato, "Un bel gioco ho appena imparato,
mi chiamo Bambulè e non è affatto complicato, ma mi sto innamorando di te".
"Ah!", lei rispose "Io mi chiamo Melarancia, tu mi sembri un tipo che non si sbilancia,
mi piace il tuo candore... vorrei fare all’amore, ma uno specchio incantato il mio cuore ha rubato
la bellezza mi ha dato e in cambio mi ha intrappolato.
Bambulè poi ci pensò, disse: "Certo che ci sto!"
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello, dell’amore grande e bello.
Parlarono per ore di amore e psichiatria, Melarancia poi gli disse: "Hai fantasia!! Aah!
Se vuoi vedermi ancora devi andare da un Pavone, ma attenzione, chi lo vede s’innamora,
lui mi ha intrappolato con lo specchio incantato e il mio amore per sé ha rubato.
Ma se indovinerai l’indovinello che farà, poi in cambio tu avrai la mia libertà.
Lui abita lontano ma è facile arrivarci, sta in un hotel, si chiama "Arcobaleno",
danza tutto il giorno si guarda allo specchio, è sereno, tranquillo, non diventa mai vecchio.
Mangia solo un fiore che si chiama Narciso e in cambio ti da il Paradiso".
Bambule’ poi lo cercò e poco dopo lo trovò.
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello dell’amore grande e bello.
Il Pavone lavorava in un giornale colorato da vestiti, foto, fiori, circondato.
Gli disse: "Se lo vuoi ti regalo un sogno bello, se non vuoi ecco a te l’indovinello:
Cosa come il sale dà sapore ma che è dolce più dolce del miele?"
"Ah, ma è molto facile!" rispose Bambulè, non sbagliò quando disse "L’amore!".
il Pavone fu cortese, quando perse si arrese, disse, "Ecco, ora l’incanto è sciolto"
e Bambulè sconvolto dal riso e dal pianto, felice volò dall’amore che ora aveva, dalla bella Melarancia che adesso lo attendeva.
Bambule’ poi lo cercò e poco dopo lo trovò.
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello, dell’amore grande e bello.
Un giorno in una festa incontrò una ragazza bella come non ne aveva viste mai, mai.
"Ciao, come ti chiami?" disse un poco imbarazzato, "Un bel gioco ho appena imparato,
mi chiamo Bambulè e non è affatto complicato, ma mi sto innamorando di te".
"Ah!", lei rispose "Io mi chiamo Melarancia, tu mi sembri un tipo che non si sbilancia,
mi piace il tuo candore... vorrei fare all’amore, ma uno specchio incantato il mio cuore ha rubato
la bellezza mi ha dato e in cambio mi ha intrappolato.
Bambulè poi ci pensò, disse: "Certo che ci sto!"
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello, dell’amore grande e bello.
Parlarono per ore di amore e psichiatria, Melarancia poi gli disse: "Hai fantasia!! Aah!
Se vuoi vedermi ancora devi andare da un Pavone, ma attenzione, chi lo vede s’innamora,
lui mi ha intrappolato con lo specchio incantato e il mio amore per sé ha rubato.
Ma se indovinerai l’indovinello che farà, poi in cambio tu avrai la mia libertà.
Lui abita lontano ma è facile arrivarci, sta in un hotel, si chiama "Arcobaleno",
danza tutto il giorno si guarda allo specchio, è sereno, tranquillo, non diventa mai vecchio.
Mangia solo un fiore che si chiama Narciso e in cambio ti da il Paradiso".
Bambule’ poi lo cercò e poco dopo lo trovò.
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello dell’amore grande e bello.
Il Pavone lavorava in un giornale colorato da vestiti, foto, fiori, circondato.
Gli disse: "Se lo vuoi ti regalo un sogno bello, se non vuoi ecco a te l’indovinello:
Cosa come il sale dà sapore ma che è dolce più dolce del miele?"
"Ah, ma è molto facile!" rispose Bambulè, non sbagliò quando disse "L’amore!".
il Pavone fu cortese, quando perse si arrese, disse, "Ecco, ora l’incanto è sciolto"
e Bambulè sconvolto dal riso e dal pianto, felice volò dall’amore che ora aveva, dalla bella Melarancia che adesso lo attendeva.
Bambule’ poi lo cercò e poco dopo lo trovò.
Questa è la storia che ho imparato da tre clown che ho conosciuto, di un pavone misterioso, del suo specchio scivoloso
che ti da la fantasia ma che poi ti porta via, del suo strano indovinello, dell’amore grande e bello.
sabato 21 marzo 2009
Buon equinozio a tutti
Mi piace lavorare con le mani, mi piace sporcarle e immergerle nella materia.
Mi piace creare con le mani, mi piace plasmare e spezzare la materia.
Mi piace creare con le mani, mi piace plasmare e spezzare la materia.
Mani di strega... mani di donna che ulula alla luna nera.
OPHELIA
I
Sull' onda calma e nera dove dormono le stelle
La bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
Ondeggia molto piano, stesa nei suoi lunghi veli...
Si sentono dai boschi lontani grida di caccia.
Sono più di mille anni che la triste Ofelia
Passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero;
Sono più di mille anni che la sua dolce follìa
Mormora una romanza alla brezza della sera.
Il vento le bacia il seno e distende a corolla
I suoi grandi veli, teneramente cullati dalle acque;
I salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
Sulla sua grande fronte sognante s' inclinano i fuscelli.
Le ninfee sfiorate le sospirano attorno;
A volte lei risveglia, in un ontano che dorme,
Un nido da cui sfugge un piccolo fremer d'ali:
Un canto misterioso scende dagli astri d'oro.
II
O pallida Ofelia! Bella come la neve!
Tu moristi bambina, rapita da un fiume!
I venti piombati dai grandi monti di Norvegia
Ti avevano parlato dell'aspra libertà;
E un soffio, torcendoti la gran capigliatura,
Al tuo animo sognante portava strani fruscii;
Il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
Nei gemiti dell'albero e nei sospiri della notte;
L'urlo dei mari folli, immenso rantolo,
Frantumava il tuo seno fanciullo, troppo dolce e umano;
E un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
Un povero pazzo, si sedette muto ai tuoi ginocchi.
Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o povera Folle!
Ti scioglievi per lui come la neve al fuoco:
Le tue grandi visioni ti strozzavan le parole
E il terribile Infinito sconvolse il tuo sguardo azzurro!
III
E il Poeta dice che ai raggi delle stelle
Vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti,
E che ha visto sull' acqua, stesa nei suoi lunghi veli,
La bianca Ofelia come un gran giglio ondeggiare.
-Rimbaud-
Sull' onda calma e nera dove dormono le stelle
La bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
Ondeggia molto piano, stesa nei suoi lunghi veli...
Si sentono dai boschi lontani grida di caccia.
Sono più di mille anni che la triste Ofelia
Passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero;
Sono più di mille anni che la sua dolce follìa
Mormora una romanza alla brezza della sera.
Il vento le bacia il seno e distende a corolla
I suoi grandi veli, teneramente cullati dalle acque;
I salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
Sulla sua grande fronte sognante s' inclinano i fuscelli.
Le ninfee sfiorate le sospirano attorno;
A volte lei risveglia, in un ontano che dorme,
Un nido da cui sfugge un piccolo fremer d'ali:
Un canto misterioso scende dagli astri d'oro.
II
O pallida Ofelia! Bella come la neve!
Tu moristi bambina, rapita da un fiume!
I venti piombati dai grandi monti di Norvegia
Ti avevano parlato dell'aspra libertà;
E un soffio, torcendoti la gran capigliatura,
Al tuo animo sognante portava strani fruscii;
Il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
Nei gemiti dell'albero e nei sospiri della notte;
L'urlo dei mari folli, immenso rantolo,
Frantumava il tuo seno fanciullo, troppo dolce e umano;
E un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
Un povero pazzo, si sedette muto ai tuoi ginocchi.
Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o povera Folle!
Ti scioglievi per lui come la neve al fuoco:
Le tue grandi visioni ti strozzavan le parole
E il terribile Infinito sconvolse il tuo sguardo azzurro!
III
E il Poeta dice che ai raggi delle stelle
Vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti,
E che ha visto sull' acqua, stesa nei suoi lunghi veli,
La bianca Ofelia come un gran giglio ondeggiare.
-Rimbaud-
Etichette:
io,
teatro e poesia
venerdì 13 febbraio 2009
Alla mia bimba...
"Itaque in hoc mundo caecorum, surdorum et paralyticorum hic veritas nuntius iaci potest, pro certo sciendo hunc ab Mulieribus tantum quae ad eum intellegendum notae sunt itellectum iri."
Manoscritto sapienziale femminile, a cura di Davide Melzi, Edizioni della Terra di Mezzo, 2004.
Buon compleanno tesoro della mamma :)
Manoscritto sapienziale femminile, a cura di Davide Melzi, Edizioni della Terra di Mezzo, 2004.
Buon compleanno tesoro della mamma :)
Etichette:
eventi
giovedì 5 febbraio 2009
Charlie Chaplin
Vivi come credi. Fa cosa ti dice il cuore... ciò che vuoi... una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali...
Canta, ridi, balla, ama... vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
Canta, ridi, balla, ama... vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
Etichette:
io,
teatro e poesia,
uomini
venerdì 9 gennaio 2009
Grazie a Miso
Your probably an artist, musician, and writer. Your also a daydreamer, visionary, and a healer. You have many different moods. You enjoy spending time alone and doing your personal things. People don't even know the real you, is because your alway mysterious. You can be supersensitive, sympathetic, and a great listener
6 other people got this result! That's 18%
Fatelo anche voi!
Etichette:
svago
mercoledì 7 gennaio 2009
Inno a Venere e all'Amore
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
Ecco la nuova primavera, la primavera dei canti; di primavera è nato il mondo, di primavera concordano gli amori, di primavera sposano gli uccelli e la foresta spiega la sua chioma dalle piogge fecondatrici. Domani la congiungitrice degli amori tra le ombre degli alberi intreccia verdi capanne con ramoscelli di mirto. Domani detta Dione le sue leggi dall’altissimo trono.
Ami domani chi non amò mai. Domani ami chi amò.
Essa di floride gemme dipinge la purpurea stagione, essa i boccioli che gonfiano al soffio di Zefiro sospinge nelle loro corolle: essa della lucente rugiada che l’aura notturna depone, diffonde le umili stille. Ecco splendono le lacrime tremanti tratte giù dal loro peso: la goccia che sta per cadere pende inerte nel suo piccolo globo. Ecco le fiorenti porpore hanno già svelato il pudore. Quell’umore che gli astri stillano nelle notti serene domani tutte si sposino le vergini rose.
Fatta del sangue di Venere Ciprigna e di baci d’Amore e di gemme e di fiamme e della porpora del sole, domani il rossore, che si nascondeva sotto l’ignea veste, la rosa non si vergognerà di sciogliere dall’unico boccio.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
La voluttà feconda i campi; i campi sentono Venere. Lo stesso Amore, figlio di Dione, si dice nato in campagna. Mentre la terra rifioriva, essa lo accolse al suo seno, essa lo educò coi delicati baci dei fiori.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
La stessa dea ordinò alle Ninfe di recarsi nel bosco di mirti; Cupido, suo figlio, accompagna le fanciulle; tuttavia non si può dire che Amorestia in riposo visto che porta con sé le frecce.
Andate, o Ninfe. Ecco che Amore ha deposto le frecce, è in riposo; gli è stato ingiunto di venire con voi disarmato, gli è stato ingiunto di venire nudo affinché non posa nuocere a nessuno con l’arco e con le frecce o con la fiaccola. Tuttavia, o Ninfe, state attente perché Cupido è bello: egli è tutto in armi anche quando di esse è spoglio.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
[… ]
Ecco già sotto alle finestre i tori stendono i loro fianchi, sicuro ognuno del nodo coniugale ond’è avvinto. Sotto l’ombra coi mariti ecco i greggi belanti delle pecore: e pure gli uccelli canori non volle la dea che tacessero. Già i garruli cigni riempiono gli stagni del loro rauco strido, all’ombra del pioppo echeggia il canto della fanciulla di Tereo, sì che tu credi che sensi d’amore ella esprime con la gola armoniosa anziché lamentare la sorella per il barbaro marito. Lei canta e io taccio. Quando viene la mia primavera? Quando sarò come la rondine e finirò di tacere? Ho perduto tacendo il mio canto, e Febo non mi considera più. Il silenzio perdette così la tacita Amicle.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
Ecco la nuova primavera, la primavera dei canti; di primavera è nato il mondo, di primavera concordano gli amori, di primavera sposano gli uccelli e la foresta spiega la sua chioma dalle piogge fecondatrici. Domani la congiungitrice degli amori tra le ombre degli alberi intreccia verdi capanne con ramoscelli di mirto. Domani detta Dione le sue leggi dall’altissimo trono.
Ami domani chi non amò mai. Domani ami chi amò.
Essa di floride gemme dipinge la purpurea stagione, essa i boccioli che gonfiano al soffio di Zefiro sospinge nelle loro corolle: essa della lucente rugiada che l’aura notturna depone, diffonde le umili stille. Ecco splendono le lacrime tremanti tratte giù dal loro peso: la goccia che sta per cadere pende inerte nel suo piccolo globo. Ecco le fiorenti porpore hanno già svelato il pudore. Quell’umore che gli astri stillano nelle notti serene domani tutte si sposino le vergini rose.
Fatta del sangue di Venere Ciprigna e di baci d’Amore e di gemme e di fiamme e della porpora del sole, domani il rossore, che si nascondeva sotto l’ignea veste, la rosa non si vergognerà di sciogliere dall’unico boccio.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
La voluttà feconda i campi; i campi sentono Venere. Lo stesso Amore, figlio di Dione, si dice nato in campagna. Mentre la terra rifioriva, essa lo accolse al suo seno, essa lo educò coi delicati baci dei fiori.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
La stessa dea ordinò alle Ninfe di recarsi nel bosco di mirti; Cupido, suo figlio, accompagna le fanciulle; tuttavia non si può dire che Amorestia in riposo visto che porta con sé le frecce.
Andate, o Ninfe. Ecco che Amore ha deposto le frecce, è in riposo; gli è stato ingiunto di venire con voi disarmato, gli è stato ingiunto di venire nudo affinché non posa nuocere a nessuno con l’arco e con le frecce o con la fiaccola. Tuttavia, o Ninfe, state attente perché Cupido è bello: egli è tutto in armi anche quando di esse è spoglio.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
[… ]
Ecco già sotto alle finestre i tori stendono i loro fianchi, sicuro ognuno del nodo coniugale ond’è avvinto. Sotto l’ombra coi mariti ecco i greggi belanti delle pecore: e pure gli uccelli canori non volle la dea che tacessero. Già i garruli cigni riempiono gli stagni del loro rauco strido, all’ombra del pioppo echeggia il canto della fanciulla di Tereo, sì che tu credi che sensi d’amore ella esprime con la gola armoniosa anziché lamentare la sorella per il barbaro marito. Lei canta e io taccio. Quando viene la mia primavera? Quando sarò come la rondine e finirò di tacere? Ho perduto tacendo il mio canto, e Febo non mi considera più. Il silenzio perdette così la tacita Amicle.
Ami domani chi non amò mai: domani ami chi amò.
domenica 4 gennaio 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)